I bonus fiscali sulle pompe di calore sono stati confermati dalla legge di bilancio anche per il 2022. Chi decide durante l’anno di sostituire la vecchia caldaia e passare a sistemi di riscaldamento più efficienti ha la possibilità di accedere a interessanti agevolazioni fiscali. Gli incentivi messi a disposizione sono diversi: ecobonus, bonus ristrutturazione, conto termico e superbonus 110%. Per ognuno sono previste detrazioni, regole e procedure diverse. Scopriamo tutti i bonus per le pompe di calore disponibili.
L’ecobonus per la pompa di calore rappresenta una ottima occasione per sostituire la vecchia caldaia di casa, scegliendo una soluzione più efficiente, all’avanguardia e conveniente. I vecchi impianti sono ormai tecnologicamente superati e non più sostenibili a livello ambientale. Hanno consumi maggiori e rendimenti più bassi, rendendo quindi la loro sostituzione oltremodo conveniente anche in un’ottica di risparmio sulle bollette. Questa opportunità è di grande attualità, considerando i costi del gas e delle materie prime energetiche che continuano a salire. Grazie all’ecobonus la pompa di calore diventa un investimento allettante, difatti il suo costo iniziale viene subito ridotto per effetto delle detrazioni e, con l’utilizzo, è possibile abbassare i consumi nel corso del tempo. La sostituzione della vecchia caldaia consente inoltre di avere un impianto di riscaldamento molto meno inquinante e più sicuro, evitando pericoli legati alle perdite di monossido di carbonio.
L’Ecobonus pompa di calore è destinato a chi esegue lavori di riqualificazione energetica e intende cambiare un impianto di riscaldamento già presente. Non si applica quindi alle nuove installazioni. Il passaggio ad un nuovo sistema più efficiente permette di ricevere una detrazione fiscale del 65% fino ad un importo massimo di 30.000 euro. È tuttavia necessario rispettare alcuni requisiti tecnici. Per ottenere l’ecobonus la pompa di calore deve soddisfare i valori minimi previsti per il coefficiente di prestazione (COP). Se l’apparecchio funziona anche da climatizzatore va considerato anche l’indice di efficienza energetica (EER). In questo modo la detrazione vuole favorire l’adozione di soluzioni ad alta efficienza.
Il bonus per le pompe di calore può arrivare al 110% se viene inserito nel superbonus. L’installazione di questi dispositivi rientra tra gli interventi trainanti ma è necessario aumentare di 2 classi energetiche le prestazioni dell’edificio. I miglioramenti vanno dimostrati attraverso l’attestato di prestazione energetica (APE). Per la sostituzione dell’impianto di riscaldamento sono previsti dei limiti nella detrazione: 30.000 euro per le abitazioni monofamiliari, 20.000 euro per gli appartamenti nei palazzi fino a 8 unità abitative e 15.000 euro nei palazzi con più di 8 unità abitative. La procedura per ottenere il superbonus per le pompe di calore è abbastanza complessa. Richiede diverse pratiche e il rispetto di alcuni parametri nell’avanzamento dei lavori. Una alternativa più semplice è il bonus ristrutturazioni. Quando si esegue un ammodernamento dell’edificio, anche se non comporta una riqualificazione energetica certificata, è possibile accedere ugualmente ad un incentivo. La detrazione è del 50% e non più del 65% come nel caso dell’ecobonus o del 110% come previsto dal superbonus. L’importo massimo che si può detrarre con il bonus ristrutturazioni è complessivamente di 96.000 euro.
Gli incentivi previsti dai vari bonus per le pompe di calore vengono erogati sotto forma di detrazione fiscale. Vengono scalati dalla dichiarazione dei redditi come compensazione delle tasse e sono suddivisi in 10 rate annuali. La spesa viene così ammortizzata in 10 anni. In alternativa è possibile richiedere lo sconto in fattura. In questo modo si ottiene un ristorno immediato. Non si paga la pompa di calore per poi recuperare il contributo. A chi esegue i lavori viene versata solo la differenza che non è coperta dal bonus per le pompe di calore. Lo sconto in fattura però non è automatico e va concordato. L’impresa che realizza l’impianto può scegliere se concederlo o meno. In alternativa è possibile richiedere la cessione del credito ad un ente terzo. Il credito viene trasferito ad una banca, una assicurazione o un istituto di credito in cambio del rimborso. Grazie a queste diverse soluzioni l’acquisto della pompa di calore e gli incentivi sono alla portata di tutti. Per evitare possibili frodi l’ultima manovra del Governo con il decreto 157 del 12 novembre 2021 ha introdotto il visto di conformità e l’asseverazione, cioè un certificato che dimostra che la spesa sostenuta sia congrua.
Il conto termico 2.0 è un’altra forma di bonus per le pompe di calore. Viene erogato dal GSE (Gestore Servizi Energetici) che ogni anno stanzia 900 milioni di euro per questi fondi. Per la sostituzione di impianti tradizionali con nuovi impianti a pompa di calore mette a disposizione incentivi che vanno dal 40% al 65% della spesa. I tempi di pagamento sono rapidi per le spese fino a 5.000 euro. Dopo l’acquisto e l’installazione della pompa di calore gli incentivi vengono corrisposti in un’unica rata tramite bonifico bancario. Mediamente passano solo un paio di mesi per riceverli. Per importi superiori vengono distribuiti in 2 o 5 rate annuali. Il conto termico 2.0 non può essere richiesto per installazioni eseguite in nuovi edifici.
Le pompe di calore Athena sono prodotti ad alta efficienza, in classe A+++ e con un alto COP (coefficiente di prestazione). Sono perciò compatibili con le detrazioni fiscali previste dai vari bonus e rientrano nel conto termico 2.0. Consentono di ridurre fino al 70% i consumi energetici, garantendo potenza e silenziosità in un ampio range di temperatura di utilizzo: da -25°C a +43°C. La gamma Athena permette di produrre acqua tecnica fino a 60°C. La pompa di calore è realizzata con componenti e materiali duraturi e anticorrosione. È dotata di un compressore DC inverter Mitsubishi e microprocessore elettronico per offrire una gestione ottimale della valvola di espansione elettronica, del compressore e del ventilatore. Attraverso una connessione BUS con software dedicato è possibile collegare fino a 8 unità Athena e raggiungere la potenza massima di 104 kW.
È considerata una tecnologia rinnovabile e rientra nei vari bonus per le pompe di calore e negli incentivi del conto termico 2.0. È ammessa inoltre tra gli interventi trainanti per il superbonus 110%.
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